Archivi categoria: Testi

Una raccolta di cose che ho scritto ma che non dovete sentirvi obbligati a leggere

Panchine: un’utopia realizzata

Questo articolo, pubblicato sul numero di maggio di Voce Libertaria è una rielaborazione del post "L’opera Buffa".

 “Les gens qui voient de travers, pensent que les bancs verts, qu’on voit sur les trottoirs, sont faits pour les impotents ou les ventripotents. mais c’est une absurdité, car, à la vérité, ils sont là, c’est notoir’, pour accueillir quelque temps les amours débutants.” Georges Brassens

Torno a parlare di panchine, proprio sul numero dedicato al primo di maggio, in quanto le stesse sono Condicio sine qua non, per praticare in maniera efficace e piacevole l’ozio urbano, quale atto di resistenza contro la produttività ad ogni costo. È evidente, la morfologia del territorio urbano condiziona il nostro modo di essere. Le telecamere generano insicurezza, gli orologi posti ad ogni angolo della città ci aiutano ad essere puntuali, la rarefazione delle cabine telefoniche invita all’uso dei telefonini, la sparizione delle fontanelle promuove la privatizzazione dell’acqua. Ogni scelta urbanistica condiziona il nostro modo di vivere e di pensare la città. “Le fate abitano i boschi e non potrebbero abitare altri luoghi; la connessione tra individuo e luogo è fondamentale per la caratterizzazione dell’individuo e del luogo, non appare plausibile che le fate possano abitare le periferie urbane mantenendo la loro configurazione” scrive Adriano Paolella nel suo "Abitare i luoghi, insediamenti, tecnologia, paesaggio" stampato dai tipi della Biblioteca Franco Serantini. In città, per conservare e rivendicare le nostre peculiarità di esseri umani, abbiamo bisogno di panchine almeno quanto le fate hanno bisogno di alberi per conservare la loro magia. Continua la lettura di Panchine: un’utopia realizzata

Il caffé che macina tutto

Passare al tritacarne un bel progetto di scrittura e riflessione collettiva? Ci pensa il Caffé, con i suoi titoli mediocri. Il progetto originale è di Flavio Stroppini che per oltre un mese intrattiene scambi epistolari sul tema della crisi con me e con altre cinque persone. Ne escono fuori riflessioni più o meno interessanti, raccolte e montate con intelligenza da Flavio. Il titolista del caffé riassume in un banalizzante "Un grande Fratello sulla crisi". Un intervista ad un panettiere potrebbe quindi essere intiolata "Un grande fratello in panetteria"… Vabbé, appena sarà pubblicata leggetevi il testo originale che vale. Divertente la didascalia "scrittore", assolutamente immotivata, accanto alla mia foto, la presentazione originale era "Olmo ha 25 anni, lavora nel sociale, scrive, realizza video, racconta storie…". Probabilmente hanno ragione, io sono scrittore almeno quanto la Guenzi è giornalista e il caffé fa informazione…

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h.g.

Entri in una stanza con delle seggiole rosse che sembra la sala d’aspetto di un dentista. Ogni tre minuti una porta si apre e fa entrare una delle persone in attesa. Ti viene consegnata una torcia, e delle cuffie olofoniche che riproducono il suono come viene percepito dalle orecchie umane (il brevetto di questo tipo di riproduzione del suono è in mano all’ex bassista dei Nomadi).

Entri in una stanza buia, pareti, pavimento e soffitto neri. La voce che proviene dagli auricolari inizia a darti delle indicazioni, entra da li, fermati, ascolta, guarda. Dopo un po’ ti dimentichi di avere le cuffie sulla testa e ti puoi perdere completamente nella storia di Hansel e Gretel che, riveduta dai tipi del Trickster Teatro diventano h.g. Una storia "animalesca, crudele e spietata" che si rivela ancora più misteriosa ed avventurosa grazie al percorso da farsi a carponi, fra gli alberi, al buio, facendosi guidare dal profumo di panpepato e cercando di non smarrirsi nell’"installazione a stanze" che ti avvolge e ti confonde più che la più buia delle foreste.

Risorse di sopravvivenza nell’istituzione totale per anziani

Il libro "Pannoloni Verdi", di Valentino Nicola, raccoglie, grazie allo strumento dei cantieri di ricerca, le narrazioni del personale e degli ospiti di una delle più antiche istituzioni per anziani di Bologna l’IPAB Giovanni XXIII. Anche alle nostre latitudini la realtà della "casa anziani", parzialmente staccata dal tessuto sociale, è pressoché sconosciuta a chi non è "parente" o "addetto ai lavori".

Dai racconti particolari con cui ci si può immergere nella sconcertante quotidianità di queste case, si arriva a distillare alcune caratteristiche generali delle moderne "istituzioni totali per anziani". Dall’attesa passiva della morte (funzione terminale) di persone anche di età inferiore ai 60 anni ma ritenute "in esubero" dalla società, ai dispositivi di contenzione farmacologica e fisica, necessari più alla tranquillità e alla razionalità economica istituzionale che alle reali esigenze di sicurezza e protezione degli ospiti. Continua la lettura di Risorse di sopravvivenza nell’istituzione totale per anziani

Il lato oscuro di Google

di Om e Leo, pubblicato su Voce Libertaria di marzo 08 

Apro la pagina di Google, digito "voce libertaria", clicco "cerca" ed in una frazione di secondo mi appaiono 4’623 risultati. Sbalorditivo pensando che il giornale che ospita questo articoletto, non ha nemmeno un sito web.

Il punto G
Google è il motore di ricerca più conosciuto ed utilizzato nel mondo e rappresenta, per quasi tutti noi, il punto di accesso con internet. Nonostante la continua crescita di Google esso non riesce ad indicizzare tutto quello che è realmente presente nel web, la nostra ricerca è quindi circoscritta solo ad un numero limitato di fonti. Le informazioni presenti nella rete, per arrivare fino a noi, vengono trovate (e quindi selezionate attraverso dei filtri) dal complicato e segreto algoritmo chiamato PageRank che organizza la ricerca in Google. Si stima che il 70% di tutte le ricerche su internet passino da li. Per rendere più chiaro l’agire di questo algoritmo possiamo immaginarcelo come fosse il bibliotecario che, ad una mia richiesta, attinge da un’amplissima biblioteca i testi che ritiene più opportuni e me li presenta nell’ordine che ritiene migliore. È per questo che se provo a cercare sulla pagina cinese di Google "Tien A Men" i risultati che mi appariranno saranno diametralmente diversi da quelli che troverei se facessi la stessa richiesta (in gergo una query) ad altre pagine di Google nel mondo. In pratica il "bibliotecario" cinese è stato istruito per non consegnarmi le informazioni che il governo ritiene "scomode". Continua la lettura di Il lato oscuro di Google

L’opera buffa

Le panchine erano rosse, è risaputo, "dalle panchine potrebbe partire una rivoluzione, quindi assieme a tutti gli spazi di socialità vengono eliminate." Oggi sono di cemento armato, e ad angolo retto, ma la carica rivoluzionaria intrinseca in questo genere di arredamento urbano è rimasta immutata, così come il timore e l’impegno delle autorità per circoscrivere questo dilagante fenomeno.

E quando queste non possono essere eliminate, magari perché parte integrante della struttura di cemento armato, come è il caso delle panchine attorno all’aula magna dell’Università di Lugano, bisogna trovare altre soluzioni. In questo caso si è pensato bene di impedirne l’accesso posando delle catene di plastica.

 

 

Il problema è che queste panchine, pur essendo scomode e fredde, venivano comunque utilizzate dalla popolazione. La parte di popolazione che da fastidio, quella che potrebbe traviare i bravi e ricchi studentelli sbarbati della facoltà luganese.  Continua la lettura di L’opera buffa