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Lugano sì (è fatta di Prozac)

Chi parla dell’avvenire è un cialtrone, 
è l’adesso che conta. 
invocare i posteri, è parlare ai vermi. 
(Louis-Ferdinand Céline) 
Da: Il Diavolo, quindicinale satirico, in edicola oggi

Dopo il disastroso risultato uscito dalle urne lo scorso fine-settimana, il Classeur de Pub aveva bisogno di qualcosa che scuotesse la sua routine. Per cui, ha preso il coraggio a due mani, si è infilato il suo abito migliore (e non ci vuole molto) e si è recato alla presentazione dell’associazione “Lugano sì”. La maggior parte di voi non saprà probabilmente di che cosa sta parlando, allora procediamo con ordine. “Lugano sì” è un’associazione fondata nel 2005 da diversi ricconi e faccendieri luganesi con l’intento di esprimere il loro affetto nei confronti della città sul Ceresio e fare proposte per plasmarne il futuro. Giusto per capire di chi si sta parlando basti sapere che ne è presidente Alberto Ménasche, Gran Maestro della Gran Loggia Massonica Svizzera Alpina, vicepresidente tuttora in carica, secondo registro di commercio un morto: Aniello Lauro, definito “il re dell’albergheria ticinese” che ha lasciato questa valle di lacrime nel febbraio di due anni fa. Ne fanno poi parte Paolo Sanvidio (municipale di Lugano, ex PPD ora leghista), Nando Ceruso (sindacalista OCST) e un pugno d’altri VIP. Non male come inizio?

Negli scantinati di Mantegazza
La presentazione si tiene nella nuovissima sala “Metamorphosis” al piano interrato del palazzo Mantegazza, sul lungolago di Paradiso. Un obrobrio in vetrocemento che farebbe arricciare il naso persino agli urbanisti di Dubai. Continua la lettura di Lugano sì (è fatta di Prozac)

Esportiamo solo materiale bello!

Quando un uomo con la pistola 

incontra un uomo col fucile, 
quello con la pistola è un uomo morto. 

(Per un pugno di dollari)

Davide contro Golia
Per fare pubblicità ci vogliono soldi, è risaputo! Nel caso delle campagne politiche la questione diventa ancora più evidente e da qualche parte anche preoccupante. Chi ha più soldi avrà più facilità a farsi sentire e quindi, a convicere chi è chiamato a votare. Siamo tutti uguali però se sei ricco è meglio! Per quanto riguarda l’iniziativa contro l’esportazione di armi, questa differenza è particolarmente visibile. Da una parte c’è la lobby dell’industria degli armamenti con una cifra d’affari da far invida a Paperon de Paperoni, e dall’altra i vari gruppi "per una svizzera senza esercito" che fanno colletta fra gli amici, vendono torte biologiche e collanine di conchiglie ai mercati per cercare di finanziarsi la campagna contro le esportazioni. La Ruag, che ha uno stabilimento anche ad Agno, è industria attiva nel settore degli armamenti. Produce per esempio le bombe a frammentazione, quelle che hanno la particolarità di dividersi in tante piccole bombette che restano inesplose fino a quando, ohibò, qualcuno le tocca. Ha la particolarità di essere di proprietà della Confederazione e di aver finanziato la campagna contro il divieto di esportazioni di armi con almeno 200mila franchi. Il Ceo della Ruag, Lukas Braunschweiler ha dichiarato alla stampa "Siamo una ditta di diritto privato e facciamo quel cazzo che vogliamo, in più siamo anche armati!". Continua la lettura di Esportiamo solo materiale bello!

Minareti mentali

Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui. (Umberto Eco)

Signor e signora Culo
Un’iniziativa anti-minareti in Svizzera è un po’ come un’iniziativa anti-umidità nel deserto o una campagna anti-cobra al Polo Nord. In Svizzera è evidente che non c’è un problema di sovrabbondanza di minareti, io personalmente non ne ho mai visto uno e non è che nel quotidiano diano questi grossi problemi (tipo che si va a sbattere contro i minareti o che non si trova parcheggio perché hanno edificato un minareto). Ma gli specialisti mi spiegano che nella nostra verde Elvezia ce ne sono già quattro (e un quinto, allarme, sarà edificato prossimamente). Giusto per capire l’ordine di grandezza di questi numeri possiamo prendere ad esempio il cognome “Culo”. Voi quante persone conoscente che portano questo scomodo appellativo? Io personalmente nemmeno una. Eppure ce ne sono almeno sei (ahiloro!), quindi è statisticamente più probabile che conosciate un membro di questa famiglia, piuttosto che incontriate un minareto. E già questo semplice calcolo dovrebbe dimostrare in maniera inequivocabile la pretestuosità di questa iniziativa!

Vietato vietare
Faccio sempre fatica a capire quando è giusto vietare qualcosa. Fondamentalmente sarei per la libera espressione di chiunque, ma poi mi pongo alcune domande. Continua la lettura di Minareti mentali

Alì Kebab è vivo e lotta insieme a noi!

Questo deprecabile razzismo da stadio

sta rovinando l’immagine di milioni di razzisti per bene.  

(Altan, fumettista italiano) 

Introduzione mesta
All’inizio, Alì Kebab, aveva forse anche fatto ridere. Quel riso greve che scaturisce dal vedere Karubian che in dialetto cerca di venderci i suoi tappeti o dalle barzellette razziste al bar e sui giornali la domenica mattina. Greve ma pur sempre riso. Con questi manifesti, la differenza culturale è banalizzata e ridotta a cliché, ma si poteva almeno sperare che stesse nascendo un antieroe. L’atteso antagonista del clown Ronald McDonald’s, il titano che avrebbe coperto il pagliaccio giallo-rosso di salsa allo yogurt. Uno scontro basato sulla sovrabbondanza proteica e sugli schizzi di grassi saturi. Un lavoro sporco che qualcuno doveva pur fare. Ali Kebab, il primo, lo si poteva forse capire: la Società Generale d’Affissione in piena crisi (finanziaria e creativa) doveva trovare un sistema per tappare i buchi lasciati dalla diminuzione delle commesse d’affissione. Continua la lettura di Alì Kebab è vivo e lotta insieme a noi!

Scientology ha fatto l’abbonamento!

La domanda è già un miracolo. 
È il primo modo della coerenza, del compimento di sé, 
della propria libertà. (Luigi Giussani)
 
Articolo uscito su "Il Diavolo" del 56 settembre 2009, con la vignetta di Corrado 

 

Le grandi inchieste RSI!
L’articolo sulla campagna contro le droghe di Scientology sugli autobus della TPL a Lugano ha fatto parlare di sé. È la Regione che per prima ha ripreso il nostri articoli, seguita a ruota dalla RSI (seppur preferendo non citare la nostra sulfurea testata) e da diversi portali online. Praticamente solo il bollettino parrocchiale di Mesocco e il foglio degli apicoltori hanno evitato di entrare in argomento.

Non siamo legati a Scientology!Andrea Bernasconi, al Quotidiano del 21.9, con una certa faccia tosta dichiara: "La nostra Fondazione è laica e non è legata a Scientology." al cronista de “la Regione”, lo avrebbe addirittura giurato! Paolo Beltraminelli al telefono con la RSI rincara – non ci risulta alcun legame fra la F.F. e Scientology – . Ma facciamo qualche ricerca: Andrea Bernasconi è anche presidente dell’Associazione per un’Applicazione Pratica dello Studio. E da chi è ispirata quest’applicazione, vi chiederete voi, miei ingenui lettori, ma dalle pratiche di L. Ron Hubbard il fondatore di Scientology. Inoltre il suo nome compare in questa lista del 2006 fra gli Honor Roll, ovvero i donatori che hanno superato i 20’000 dollari di offerta. Ma le coincidenze non finiscono qui: il contatto tecnico responsabile del sito appare fra i finanziatori e anche il segretario Vaccani vi è invischiato… Tutto questo non traspare minimamente nel servizio RSI curato da Lino Bini che, con soli due minuti di navigazione, avrebbe forse potuto fare un servizio giornalistico degno di tale nome. Forse che a causa delle ristrettezze economiche a Comano abbiano disdetto l’abbonamento ad Internet?

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